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PANDEMIA E QUARANTENA, come affrontare la  situazione con i bambini

PANDEMIA E QUARANTENA, come affrontare la situazione con i bambini

Ecco due articoli interessanti tratti da “Notizie Scientifiche” del marzo 2020 e giugno 2020, purtroppo ancora attualissimi.
Gli adulti, nello spiegare la situazione ai bambini per quanto riguarda la pandemia da COVID-19 in corso e soprattutto lo stato di quarantena a cui la maggior parte di noi è sottoposta, debbono anche comprendere che i piccoli hanno bisogno di persone adulte calme e stabili intorno a loro: è quanto ritiene un team di esperti dello sviluppo infantile dell’Università dell’Australia Meridionale intervenuti in un nuovo articolo pubblicato sul sito della stessa università australiana.
“Non c’è dubbio, al momento ci sentiamo tutti un pò incerti, ma il panico e la preoccupazione di fronte ai tuoi figli non miglioreranno la situazione”, riferisce la professoressa Victoria Whitington.I bambini, infatti, prendono forte spunto dalle figure chiave che si trovano intorno, sostanzialmente genitori ed insegnanti. Questo significa che se li vedono preoccupati o anche sentono un tono di voce preoccupato, prima o poi affronteranno questa preoccupazione anche loro. Bisogna però fare attenzione: ciò non vuol dire che genitori ed insegnanti non devono spiegare ai bambini la situazione che stiamo attraversando ma bisogna farlo con calma, sicurezza, gentilezza e pazienza. Ed è questo l’unico modo per non infondere angoscia nei bambini stessi, mantenendo un senso di calma intorno a loro, anche non esponendoli troppo ai continui telegiornali, aggiornamenti e trasmissioni televisive, molto spesso sensazionalistiche, sull’argomento. Inoltre gli stessi genitori dovrebbero far sì che le modalità per fornire informazioni ai bambini siano adatte alla loro età. Ad esempio per i bambini piccoli, si possono fare delle canzoni o dei giochi in modo da ricordare loro cosa debbono fare per stare al sicuro. Per i bambini più grandi, va bene anche un video esplicativo o un documentario che possa spiegare ciò che sta accadendo.
Inoltre potrebbe essere molto utile far sentire i bambini utili nel sostenere familiari e persone care: i bambini vogliono sempre contribuire ed essere consapevoli di poter essere utili anche solo in chiave di sostentamento morale per gli adulti, per loro è molto importante. Infine, quando si spiega ai bambini che è importante lavare le mani più frequentemente, che bisogna evitare le strette di mano e in generale i contatti fisici e che non bisogna toccarsi troppo il viso dopo aver toccato qualcosa in un luogo pubblico, bisogna far capire loro che non sono azioni da condannare ma piuttosto come azioni preventive.
Isolamento forzato per pandemia potrebbe aumentare depressione e ansia in bambini e adolescenti
Bambini e adolescenti potrebbero sperimentare segnali di depressione e ansia dopo il lungo blocco causato dalla pandemia di COVID-19 e in generale per l’isolamento sociale. Questo significa che i servizi clinici, nel prossimo futuro, dovranno essere preparati perché molto probabilmente ci sarà un picco della domanda di assistenza in tal senso. È quello che ritengono alcuni ricercatori che hanno pubblicato uno studio sul Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry. Lo studio ha analizzato 60 studi precedenti riguardanti fattori quali l’isolamento, la solitudine e la salute mentale per i giovani con un’età compresa tra i 4 e i 21 anni.
I risultati che i ricercatori ottenevano mostravano che i giovani potrebbero avere una probabilità maggiore di tre volte di sviluppare la depressione a seguito del blocco sociale per la pandemia e che generale l’impatto di questa fase di solitudine potrebbe provocare conseguenze fino ad un periodo di nove anni.
“Dalla nostra analisi, è chiaro che ci sono forti associazioni tra solitudine e depressione nei giovani, sia nell’immediato che nel lungo termine. Sappiamo che questo effetto a volte può essere ritardato, il che significa che possono essere necessari fino a 10 anni per capire davvero l’entità dell’impatto sulla salute mentale che la crisi covid-19 ha creato”, spiega Maria Loades, una psicologa dell’Università di Bath nonché una delle autrici dello studio.
Lo stesso studio rimarca che è la durata del periodo di isolamento di solitudine più che la sua intensità ad avere il maggiore impatto sulla probabilità di incorrere nella depressione nei giovani. Per quanto riguarda i più piccoli, la priorità è aiutarli a riconnettersi letteralmente con gli amici, quando si ritorna a scuola dopo il lockdown, affinché si adattino al meglio dopo un periodo lungo di isolamento forzato. Anche per questo le scuole dovrebbero disporre di risorse adeguate, anche in termini di indicazioni da ricevere da parte delle autorità, per quanto riguarda il sostegno al benessere emotivo di bambini in questo periodo di transizione molto importante per la loro psiche.
Ecco qualche consiglio dagli esperti del comportamento dell’istituto A.T.Beck l’Istituto di Terapia Cognitivo Comportamentale ai genitori di bambini dai 4 ai 10 anni.-
Dare spazio a ciò che si prova: la validazione emotiva e il posto sicuro.
Le parole chiave sono empatia e sostegno. Per noi adulti poteva essere solo una festa di compleanno come tante o una semplice partita a calcio, ma per loro no. Magari erano settimane che aspettava con trepidazione quell’evento che non avverrà (pensiamo magari alla partita decisiva per il campionato a cui stavano partecipando). Tante, tantissime attività caratterizzano la vita dei bambini: asilo, scuola, le prime gite scolastiche, le attività extracurriculari, i pranzi della domenica con i nonni, i pomeriggi a casa dei compagni di scuola, gli scout… tutto è stato cancellato senza sapere quando si ritornerà alla normalità. Frustrazione, rabbia, tristezza la faranno da padrone e noi adulti dobbiamo dare loro il giusto spazio. Non abbiamo alcun diritto a sminuire o evitare le loro emozioni e i loro stati d’animo. Dobbiamo, invece, notarle, accoglierle e rispondervi. E’ importante che i bambini capiscano che possono parlare con i propri genitori e la validazione può essere una abilità molto utile affinché questo avvenga. Validare significa accogliere e verbalizzare quello che i bambini stanno provando in questi giorni senza manifestare il nostro accordo o meno, semplicemente ascoltando e riconoscendo verbalmente il loro dolore. Al “sono d’accordo” sostituiamo la parola “capisco”. Validare significa rinforzare positivamente quanto provato dal bambino, dimostrandogli di averlo capito, senza giudicarlo nei contenuti o nella sua espressione. Tutto ciò ha un impatto positivo sui rapporti perché riduce l’intensità dei conflitti e delle emozioni negative. Esercitandoci a dire frasi come “vedo che sei in grande difficoltà”, “Parliamone cosi che io possa capire”, “E’ del tutto normale provare queste emozioni, insieme faremo del nostro meglio rispetto a ciò che ci sta capitando” si potrà sperimentare come mettere in atto concretamente questa abilità.

Qui di seguito una tabella riepilogativa delle principali reazioni che i bambini possono manifestare rispetto alla quarantena e cosa è possibile fare per rispondervi in modo adeguato. La tabella è stata tratta e tradotta dal sito americano The National Child Traumatic Stress Network (per maggiori dettagli si rimanda alla sitografia).Anche lo spazio gioca un ruolo importante per cui vi suggeriamo di creare nella stanza del bambino un luogo speciale che denominiamo “luogo sicuro” dove il piccolo può rifugiarsi nei momenti in cui l’emozione provata spiacevole è forte. Questo vale per i bambini di ogni età. Una piccola tenda, una casetta di cartone, un cuscinone sul quale accucciarsi, la propria coperta preferita insieme al peluche del cuore: basta poco per creare un piccolo rifugio al quale andare ogni qual volta se ne senta il bisogno. La scelta dell’allocazione e la realizzazione del posto verranno fatte insieme al bambino così si sentirà parte attiva del progetto e non la vivrà come una imposizione. E magari dopo la realizzazione del posto sicuro del bambino, si potrà pensare alla realizzazione di quello per mamma o papà: tutti abbiamo il diritto ad avere un posto sicuro dentro casa che, se si vuole, si può anche condividere (per esempio per esigenze di spazio). All’interno del posto sicuro il bambino potrà trovare oggetti utili alla regolazione emotiva come per esempio il barattolo della calma.

 

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